Una spianata di cemento metà parcheggi e metà edifici, con qualche albero a ornamento: così appare, sul sito del comune di
Pontedera, la raffigurazione della lottizzazione del Chiesino. Cemento che congiungerà, saturandole, le aree pesantemente
cementificate già esistenti a Pontedera e Fornacette, eliminando per sempre un polmone verde con caratteristiche di pregio
neanche indagate, e classificate sbrigativamente come “degrado”, realizzando fra due zone commerciali un ennesimo e
sovradimensionato centro commerciale.
Cosa ci sia di sostenibile in questo progetto, a parte i guadagni di proprietari e costruttori, è veramente difficile da capire. L’area è di
proprietà privata e le previsioni di edificazione, già presenti nel Piano Regolatore in vigore, non essendo state attuate da oltre 5
anni, potevano essere completamente riviste, riportando le decisioni nel Piano Operativo Comunale in fase di revisione. Invece la
Giunta e il Consiglio Comunale hanno preferito sottrarre al POC le decisioni su quest’area e le relative forme di partecipazione. Il
Piano Operativo Comunale, strumento partecipato e democratico, viene così svuotato di contenuti a suon di varianti, con elevato
consumo di suolo, in aree critiche dal punto di vista ambientale e idrogeologico.
Non servono a niente le ecofeste di un giorno, se poi si progetta di cementificare ettari e ettari di verde. Scelte urbanistiche come
questa, contrastano clamorosamente con le sbandierate parole d’ordine più volte ripetute (quasi ossessivamente!) nel programma
elettorale del 2019, con cui il Franconi è stato eletto, anche con il sostegno di parte del mondo ambientalista: “sostenibilità
ambientale”, “cura e incremento del verde”, “green economy”, “economia circolare” ecc..
Mentre nella società cresce la sensibilità ambientale sui problemi connessi al consumo di suolo, per contrastare il dissesto
idrogeologico (e le dannose conseguenze, come le alluvioni) e la crisi climatica e per tutelare la biodiversità, le decisioni delle
amministrazioni locali vanno in direzione ostinata e contraria. Lo si vede ad esempio nel nuovo Piano Operativo di Livorno, oppure
nel Piano Strutturale Intercomunale di Pisa e Cascina, con previsioni di enormi lottizzazioni su territori non ancora cementificati, ma
anche in vari comuni a noi più vicini, dove si continuano a progettare nuove aree industriali e insediative. Il tutto ignorando le tante
aree dismesse, presenti anche nei centri urbani, da sottoporre a ristrutturazione e recupero senza consumare nuovo suolo. E
avendo già “superato” le previsioni di alberature e nuove aree verdi urbane e periurbane, rimaste a decorazione di belle cartografie
colorate. Nei pochi casi in cui le alberature sono state realizzate, poi, ci si è dimenticati di curare gli alberi dopo l’ impianto. Sulla
pista ciclabile al Chiesino un 20% circa degli alberi piantati dal comune è già secco.
Noi proponiamo che l’area del Chiesino venga destinata a parco, come è avvenuto ad esempio a Pisa con il Parco di Cisanello
rinunciando, grazie anche alla battaglia di Legambiente, a una pesante lottizzazione; valorizzando le essenze arboree spontanee
presenti, che sono quelle meglio adattate alle nuove situazioni climatiche, come area polmone che interrompa le cementificazioni
esistenti, determinando così importanti vantaggi in termini di biodiversità, permeabilità del suolo, contrasto alla crisi climatica:
alberi e prati sottraggono calore mentre cemento e asfalto lo accumulano e lo restituiscono alle aree circostanti.
Come Legambiente Valdera abbiamo attivato un Osservatorio sulle politiche urbanistiche dei comuni dell’area, aperto anche ad
altre associazioni, e faremo di tutto per contrastare i progetti di consumo di suolo che si susseguono con una intensità che
credevamo fosse ormai cosa del passato.
E’ necessario smettere di guardare al territorio in termini di “valorizzazione” di rendite e investimenti immobiliari; bisogna guardare
agli interessi delle generazioni presenti e di quelle future, a cui non possiamo lasciare un pianeta sempre più sfruttato e flagellato
dalle crisi prodotte da politiche di corto respiro.
Pontedera, 1 settembre 2023
Il Direttivo di Legambiente Valdera
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