Il 21 novembre si celebra, ormai da molti anni, la Giornata Nazionale degli Alberi per diffondere il rispetto e l’amore per la natura e per la difesa degli alberi, strumenti fondamentali per la lotta al cambiamento climatico.
Ci sono due modi di contrastare l’inquinamento da carbonio a livello planetario, il primo è quello di ridurre l’uso di combustibili fossili, lasciare sottoterra dove stanno petrolio, gas e carbone e contemporaneamente affidarsi alle energie alternative. Su questa strada gli Stati stanno procedendo con lentezza esasperante, ma i pochi risultati che si sono ottenuti sembrano vanificati dalla follia della guerra che ha riportato indietro le lancette della storia. Secondo gli scienziati non c’è più tempo, abbiamo superato il tipping point, il punto di non ritorno e questo ci pone nuovi problemi e nuove risposte. Si riscopre in particolare il ruolo delle piante, che rappresentano il secondo metodo per “decarbonizzare” l’atmosfera. Gli alberi assorbono anidride carbonica e producono ossigeno, per questo dobbiamo aumentare la copertura vegetale, nelle foreste e in ambito urbano. Ogni città deve realizzare spazi verdi, meglio se strutturati e connessi tra loro come infrastrutture verdi e corridoi ecologici, deve cioè rafforzare il suo patrimonio vegetale.
I benefici del verde urbano infatti sono molteplici. La vegetazione in città, oltre a ridurre la quantità di CO2, riesce ad abbattere il contenuto di polveri sottili nell’aria. Può svolgere funzioni di barriera acustica e può rappresentare una vera e propria casa per la fauna locale, promuovendo quindi la biodiversità. Mai come in questi anni abbiamo bisogno del verde urbano come elemento per la lotta ai cambiamenti climatici. Le piante e soprattutto i tetti verdi, con la propria struttura e la propria chioma riescono infatti a diminuire la velocità di scorrimento dell’acqua piovana, andando a contrastare precipitazioni sempre più abbondanti in tempi sempre minori. La vegetazione urbana riesce infine a combattere l’isola di calore estiva nelle città. È dimostrato infatti che la differenza di temperatura fra un’area verde e un’area completamente priva di vegetazione, il cosiddetto canyon urbano, si aggira fra i 2°C e gli 8°C. Perciò, in qualche modo viene un po’ mitigato l’effetto degli split dei condizionatori.
La Toscana sta investendo nel verde urbano, grazie a fondi regionali ed europei, ma come vanno le cose a livello locale? Ciclicamente si accende la discussione, da una parte quelli che avvertono come una ferita l’abbattimento dei vecchi alberi di città, dall’altra quelli che mettono in primo piano la sicurezza e l’incolumità dei cittadini. È così che si prendono decisioni dettate dalle emergenze del momento ed interventi estemporanei di architetti ed urbanisti che lasciano molto a desiderare. Siamo favorevoli o contrari all’abbattimento dei pini in Piazza Garibaldi, quella che è conosciuta appunto come Piazza dei Pini? L’abbattimento dei pini e dei cedri in piazza Andrea da Pontedera ha trasformato una piazza piena di vita e di bambini che giocavano, in un deserto. Sono stati tagliati i pini della stazione, ma senza compensazioni, così in viale Piaggio, in via Dante e in altri luoghi della città. Si possono anche abbattere alberi malati o senescenti, ma rispettando un giusto e tempestivo piano di sostituzioni. La risposta non va delegata ad un singolo esperto, ma deve emergere da un serio approfondimento.
Per dare risposta al problema c’è già uno strumento fondamentale, non ci si deve affidare al carosello delle opinioni ma si deve semplicemente applicare la legge. Riguardo il verde urbano è in vigore la legge n.10/2013 (norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani). La norma, che ha l’obiettivo di aumentare il verde nei centri urbani, prevede che siano tutelate le aree verdi esistenti e le piante monumentali, prevede l’istituzione del catasto arboreo, quindi censimento e classificazione del patrimonio arboreo e l’obbligo di piantare un albero per ogni nuovo nato. Tale obbligo è monitorato con il ‘bilancio arboreo’, strumento per il quale i sindaci, a due mesi dal fine mandato, devono rendere noto il saldo tra il numero degli alberi già esistenti e quello delle nuove piantumazioni.
Da sottolineare che il censimento del verde è lo strumento fondamentale alla base del Regolamento del verde e del Piano comunale del verde. I tecnici redigono il Piano di manutenzione del verde, il Piano di gestione del rischio delle alberate e il Piano di rinnovo delle alberate.
Proprio in virtù di quanto detto sinora, anche gli interventi di capitozzatura degli alberi, che lasciano strade e piazze completamente prive di copertura verde, appaiono del tutto irrazionali e peggiorano sicuramente la qualità dell’ambiente e della vita nelle città. Tale pratica infatti è vietata dalla sopracitata legge, anche se purtroppo nelle nostre città, se ne continua a farne grande uso.
Pontedera, in quanto città con più di 25.000 abitanti, si è già dotata di un censimento del verde di Livello 2, che prevede la creazione di un catasto arboreo, con specifiche di ogni albero. Quello che ulteriormente chiediamo, è il semplice rispetto delle normative, che si controlli e si programmi la manutenzione delle piante, che si valorizzi e si protegga il verde urbano già esistente, senza dover assistere a quegli scempi, a cui da ormai troppi anni siamo abituati ad assistere.
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